L’articolo ripercorre le vicende legate all’«impegno politico» di Dante Alighieri nella città natale, Firenze. L’ingiusto esilio e il conseguente sradicamento costituiscono la ferita profonda, al cui dolore Dante dà voce, denunciando debolezze morali e politiche che attraversano i Comuni italiani. La sua parola diviene utopia, grido di un credente umile dinanzi al Dio inafferrabile, voce molesta (Paradiso XVII, 130) di un profeta che denuncia ogni ingiustizia.
(autore: Alessandra Deoriti)
