Anche se fraternità non è una parola che ricorre molte volte nel testo dell’Evangelii gaudium, in realtà essa è una delle chiavi di lettura di questo testo. La fraternità della EG è però una fraternità qualificata. È quella biblica, che è un intreccio di conflitti e di abbracci, di vita e di morte. La fraternità biblica è anche quella di Caino e Abele, di Giuseppe e i suoi fratelli, quella di Rachele e Lia, Giacobbe e Esaù, ma anche quella ideale tra Davide e Gionata, o, infine, quella tra Gesù e i suoi amici. La fraternità degli antichi non è la fraternità dei moderni e, quindi quando oggi la invochiamo come principio da reintrodurre nella vita civile ed economica dobbiamo sempre chiederci quale fraternità vorremmo. L’amicizia deve conoscere il nome dell’altro, la fraternità no; l’amicizia ha bisogno di frequentazione, di contatti, di intimità; la fraternità no. È di questa fraternità in dialogo con l’economia che parla l’articolo.

(autore: Luigino Bruni)

Indice del n. 45 (1/2019)