L’articolo considera le ricadute teologiche dell’impostazione data da Francesco al suo pontificato, che si configurano come uno sblocco teologico: non il privilegiare una specifica visione teologica ma la coesistenza costruttiva delle differenze e delle prospettive, secondo il modello del poliedro con le sue ricadute nella ecclesiologia e nell’ecumenismo. Di conseguenza viene recuperata la libertà teologica, al fine di superare le secche dell’autoreferenzialità e di contribuire alla realizzazione di una Chiesa in uscita, liberandosi dagli accademismi incapaci di coniugarsi con la vita. Si delinea la possibilità di una teologia misericordiosa, capace, come ha mostrato di fare Francesco, di superare ogni pregiudiziale nei confronti degli uomini e delle donne di questo tempo, di essere attenta all’ascolto e al contesto recuperando così la lucidità profetica e la Parola, soprattutto sui temi decisivi della nonviolenza e della pace.

(autori: Sergio Tanzarella – Anna Carfora)

Indice del n. 43 (I/2018)