In Marco i detti di Gesù sul Figlio dell’uomo sono la necessaria integrazione della rivelazione divina del Figlio di Dio. La distribuzione narrativa – ordinata e progressiva – di questa auto-designazione produce una figura complessa, unitaria e compiuta. L’elemento marciano più caratteristico è l’intuizione che tale auto-designazione arricchisce la rivelazione del Figlio amato, fatta dal Padre. In questa «aggiunta» il progetto cristologico, anche se radicato nel piano amorevole di Dio, viene integrato dall’apporto creativo dell’obbedienza di Gesù che, per amore, ha fronteggiato il dolore. Il quadro complesso del Figlio dell’uomo, progressivamente delineato da Gesù, è un’anticipazione consapevole della «distanza» che alla fine emergerà incontenibile nel grido finale: «perché mi hai abbandonato?».

(autore: Ermenegildo Manicardi)

Indice del n. 42 (II/2017)