La costituzione pastorale Gaudium et spes non affronta la questione del rapporto tra cristianesimo e mondo moderno secondo il paradigma allora in voga della secolarizzazione. Si concentra su alcuni epifenomeni delle trasformazioni in corso, tra cui campeggia il problema dell’ateismo. L’articolo ne studia le due dimensioni fondamentali – culturale e sistematica – ed evidenzia la strategia di fraternità che i padri conciliari suggeriscono per avviare il dialogo tra la Chiesa cattolica e gli atei. Per questa sua impostazione, GS contiene un’ermeneutica del moderno come tempo dell’ambivalenza. Vivendo in esso a pieno titolo, la Chiesa s’impegna a riconoscere la legittimità dei processi di trasformazione in atto e cerca di riposizionarsi per valorizzare la mentalità secolare, ponendola a servizio dell’evangelizzazione. Occorre tener conto di queste scelte dei padri conciliari per rispondere, a distanza di cinquant’anni, a tre domande sull’attualità di GS: a chi si rivolge? con quale linguaggio parla? qual è la portata delle sue affermazioni sul mondo secolarizzato?
(autore: Paolo Boschini)