Sono qui presentati alcuni momenti particolarmente significativi della ricerca sulla letteratura «religiosa» degli ultimi decenni. Il problema di uno spazio proprio dei testi religiosi all’interno della storia letteraria è stato al centro del lavoro critico di illustri studiosi (da Giovanni Getto a don Giuseppe De Luca a p. Giovanni Pozzi), i quali hanno rilevato, non senza toni polemici, l’inadeguatezza dei panorami letterari correnti. Un ruolo preminente in questo settore della ricerca occupa don Giuseppe De Luca: a lui si deve la formulazione del concetto di «pietà», che colloca i testi letterari in un orizzonte straordinariamente ampio e ricco, comprensivo di tutte le manifestazioni di un atteggiamento determinato dal senso della presenza di Dio. I testi più studiati, sono quelli dei primi secoli della letteratura; ma non è mancata l’attenzione per le scritture dei mistici e delle mistiche tra Cinque e Seicento, editi e valorizzati con accurati strumenti filologici e retorici (si pensi al lavoro di p. Pozzi o di Carlo Ossola), ma anche – soprattutto alla scuola di De Certeau- con gli strumenti della psicanalisi. Il rapporto tra teologia e poesia può essere approfondito soprattutto seguendo lo sviluppo della poesia italiana dell’Ottocento e del Novecento (dal Manzoni degli «Inni sacri» a Rebora): si sono indicati solo alcuni esempi di questa direttiva di indagini, che sembra particolarmente promettente. La centralità della Bibbia in ogni forma di letteratura religiosa non ha bisogno di essere illustrata. Qualche cenno si è fatto peraltro alla storia delle versioni italiane della Scrittura, e sulla loro messa all’Indice; alle parafrasi poetiche della Bibbia, a cominciare dai Salmi, e infine agli studi recenti sulla predicazione medievale.

(Autore: Carlo Delcorno)

Indice del n.18 (II/2005)