Questo contributo cerca di verificare la presenza nella Bibbia Ebraica e nel Nuovo Testamento, intesi come continuum canonico, di un uso di luoghi della stessa tradizione biblica come parabole o paradigmi per interventi nella esperienza comune o per introdurre momenti ulteriori dell’azione storico-salvifica. L’uso è infatti attestatissimo per la storia della presenza dei testi canonici non solo nella teologia ma in ogni ambito culturale, come accade per altri momenti o figure ritenute emblematiche per impostare teorie e pratiche di ogni tipo, da parte di molteplici soggetti. Il problema può risultare ora piuttosto attuale anche in rapporto a singolari fenomeni di incomprensione fra interlocutori significativi sulla scena mondiale, come appare dalla controversia nata in seguito alla Lectio di Regensburg del Papa Benedetto XVI nel settembre 2006, o dalle polemiche che hanno seguito la pubblicazione di Pasque di Sangue di Ariel Toaff nel febbraio 2007. La ricerca che qui si propone attorno a luoghi biblici particolarmente importanti – l’Esodo e la sua tradizione per la Bibbia Ebraica/Antico Testamento e Abramo in Rm 4 per il Nuovo Testamento – porta alla conclusione che nella Bibbia non si utilizzano figure o luoghi biblici come paradigma per la rappresentazione, e che si tende invece a salvaguardarne l’unicità o attraverso la pratica memoriale o nella valorizzazione della continuità della storia di salvezza.

(Autore: Gian Domenico Cova)

Indice del n.21 (I/2007)