Dopo molte difficoltà, il 25 settembre 1964, il card. Bea presenta nell’aula conciliare il suo rapporto sulla «Dichiarazione sugli ebrei e i non-cristiani». La discussione prosegue non senza diffidenza o opposizione allo schema. Le voci a favore vedono nella Shoà la ragione prima che deve indurre il concilio a pronunciarsi. Con l’apporto di affermazioni nuove e profonde è l’intervento di Lercaro a prospettare un punto di vista diverso sui rapporti della Chiesa con l’ebraismo: invita a riconoscere l’agire speciale di Dio verso il popolo che si è scelto con un atto d’amore eterno e indefettibile; afferma che il rapporto con il popolo ebraico concerne gli aspetti più profondi e soprannaturali della vita della Chiesa stessa e nella sua affermazione più alta sottolinea che la parola di Dio e l’eucaristia realizzano e alimentano una comunione di parola e di sangue, di Spirito e di vita. Si prospetta oggi un ulteriore cammino che, combinando l’unicità della via di salvezza e la permanente elezione e missione d’Israele, descriva la Chiesa attraverso l’intrinseca compresenza del binomio Israele-Genti come binomio attualmente valido e in vigore.

(Autore: Giovanni Paolo Tasini)

Indice del n.21 (I/2007)