Francesco di Sales non ha mai inteso una relazione spirituale senza una certa reciprocità, senza comunicazione, senza «amicizia». Così egli non è mai stato direttore spirituale delle sue anime senza divenirne per tratti più o meno lunghi, affettuoso e sincero compagno di viaggio. Ciò non significa che abbia rinunciato alla sua autorevolezza di vescovo, di confessore o direttore spirituale. Piuttosto, che abbia vissuto l’esercizio di ciascuno di questi ministeri di governo o di consiglio non senza coinvolgimento personale e, di conseguenza, senza rivelazione di qualche tratto profondo di sé. È a partire da questa chiave che l’articolo cerca di indagare il suo singolare insegnamento circa la pratica e il senso della direzione spirituale a servizio della costruzione dell’identità cristiana.
(Autore: Cristiano Passoni)