MASINI Massimo (diocesi di Forlì-Bertinoro – Italia)

Ha guardato l’umiltà della sua serva. Prefigurazioni di Maria eccelsa Figlia di Sion tra gli umili e i poveri del Signore (LG 55)

Primo relatore: BOSCHI Bernardo Gianluigi – Secondo relatore: COVA Gian Domenico
Difesa: 21 gennaio 2012

La tesi dottorale dal titolo Ha guardato l’umiltà della sua serva. Prefigurazioni di Maria eccelsa Figlia di Sion tra gli umili e i poveri del Signore (LG 55) ha come punto di partenza le parole del concilio che definisce Maria come colei che «primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. Infine con lei, la eccelsa Figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova economia (cf. LG 55).
Dopo una prima parte metodologica dove si giustifica la «lettura unitaria» della sacra Scrittura per evitare il pericolo di una «esegesi archeologica» di testi isolati, si è proposto un itinerario teologico-biblico di studio del tema della povertà in connessione con la figura di Maria Figlia di Sion, annunciata dalle «sante donne» d’Israele (seconda parte). La fede cristiana ha scorto delle prefigurazioni e delle anticipazioni di Maria di Nazaret nelle madri di Israele (Sara, Rebecca, Rachele, Lia), nelle sue eroine (Miryam sorella di Mosè, Debora, Giaele, Giuditta, Ester, la madre dei sette fratelli maccabei), nelle sue figlie favorite con il dono di una maternità straordinaria (in particolare Anna madre di Samuele).
Nella menzione esplicita delle «sante donne» che hanno preparato la missione di Maria vi è il collegamento con i poveri e gli umili del Signore (cf. Sof 2,3), in mezzo ai quali Maria Figlia di Sion primeggia, perché Dio sceglie ciò che è ritenuto impotente e debole (cf. 1Cor 1,27).
Per questo nella terza parte si è cercato di approfondire le tre grandi tipologie di poveri che emergono nell’Antico Testamento, la cosiddetta triade protetta: stranieri, vedove e orfani («Il Signore protegge lo straniero, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie degli empi»: Sal 145,9), cercando eventuali collegamenti con Maria.
La Figlia di Sion, in contesti diversi, viene considerata sia come vergine d’Israele, sia come sposa di YHWH, sia come madre d’Israele, sia come vedova, che piange disperata tra le rovine la morte dei figli durante la deportazione in Babilonia, dunque straniera (Lam 1,1; Bar 4,12). Maria si inserisce in queste categorie di poveri, ella è nuova Figlia di Sion perché realizzazione concreta e storica, ella inaugura – quale primizia – la vocazione della nuova Sion, la comunità del NT, madre di tutti i discepoli del Signore proprio perché madre di Cristo, «primogenito di molti fratelli» (Rm 8,29).
In un’epoca dove abbondano apparizioni, messaggi privati e una certa devozione che separa Maria da Gesù, questa ricerca su Maria Figlia di Sion sottolinea la necessità del ritorno alla Scrittura per la mariologia, che diventa ogni giorno di più la disciplina teologica del dialogo, dell’incontro e dello scambio.

Indice del n.31 (I/2012)