L’articolo ricostruisce, principalmente, l’impegno politico di Luigi Gedda (1902-2000), memorabile presidente dell’AC e soprattutto fondatore dei Comitati civici, organismo che negli anni del secondo dopoguerra riuscì (secondo alcuni) a segnare la sconfitta del fronte comunista e socialista alle elezioni del 1948. Gedda, padre del collateralismo cattolico e protagonista della storia italiana di quegli anni, è rimasto sostanzialmente ancorato all’esclusivo modello di Chiesa incarnato da papa Pio XII e per questo è entrato, spesso, in contrasto con alcuni vescovi italiani, l’AC e la stessa DC di De Gasperi. Il suo «stile autoritario» generò un fronte di antigeddiani e di vivaci malumori nella base cattolica, ma trovò sempre il sostegno di Pio XII e di vescovi come il card. Siri. Con l’elezione di papa Giovanni XXIII, il ruolo di Gedda sarà drasticamente ridimensionato. L’amarezza e la delusione per il nuovo corso ecclesiale, specialmente per la scelta religiosa dell’AC, sono chiaramente annotate, cinquant’anni dopo, nelle Memorie dello stesso Gedda.

(autore: Maurizio Tagliaferri)

Indice del n.30 (II/2011)