La grandezza umana e cristiana di Matteo Ricci è oggi ampiamente riconosciuta, sia in Occidente sia in Cina. Tuttavia la sua opera è stata accompagnata sin dall’inizio da gravi e dolorosi fraintendimenti: il primo da parte dei cinesi suoi contemporanei, il secondo da parte della stessa Chiesa, il terzo da parte di coloro che vedono in lui semplicemente un «uomo del dialogo» e un «apostolo culturale». Se i primi due fraintendimenti sono stati superati, il terzo è oggi ben vivo e impedisce di comprendere la reale intenzione del gesuita maceratese, pienamente manifesta nel Catechismo da lui composto: rendere comprensibile ai cinesi la rivelazione cristiana, che in quanto manifestazione del Logos divino parla attraverso il logos umano – la ragione universale che accomuna tutti gli uomini, al di là (e nel profondo) delle diverse culture.

(Autore: Antonio Olmi)

Indice del n.29 (I/2011)